Miti, sogni, misteri by Mircea. Eliade

Miti, sogni, misteri by Mircea. Eliade

autore:Mircea. Eliade [Eliade, Mircea.]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788871806952
Amazon: 8871806956
editore: Lindau
pubblicato: 2007-10-15T00:00:00+00:00


VARIETÀ DELL’ESPERIENZA RELIGIOSA.

Un simile errore di prospettiva attende al varco le ricerche di etnologia religiosa, e si comprende facilmente perché. La prospettiva adottata nell’osservazione di un fenomeno concorre considerevolmente a dar forma al fenomeno stesso. E’ la SCALA CHE CREA IL

FENOMENO, come afferma un principio della scienza moderna. La scala, cioè la prospettiva.

Henri Poincaré si chiedeva: «Un naturalista che abbia sempre studiato l’elefante soltanto al microscopio può credere di conoscere sufficientemente questo animale?». Ecco un esempio che illustra in maniera chiarissima quello che abbiamo appena detto. Un vecchio «Indian Civil Service», J. Abbott, ha pubblicato un grosso volume di più di cinquecento pagine, (19) in cui si sforza di dimostrare che tutti i riti e le credenze indù implicano l’idea di una POTENZA, di una FORZA magico-religiosa. Questo era ben noto, e da molto tempo; ma non era altrettanto noto il numero infinito di cose e di esseri, di gesti, di azioni, di segni e di idee che per gli indù possono incarnare la potenza. Infatti, giunti al termine del libro, si è incapaci di dire ciò che per gli indù può NON POSSEDERE una qualche potenza. Con una ammirevole meticolosità Abbott ci mostra come l’uomo e la donna, al pari del ferro e dei metalli, del firmamento, delle pietre, dei colori, della vegetazione, dei diversi gesti o segni, delle diverse parti dell’anno, del mese e della settimana, del giorno e della notte, e così via, siano agli occhi degli indù, investiti di POTENZA.

Ma dopo aver letto il libro di Abbott si è in diritto di concludere che la vita religiosa di certe popolazioni dell’India moderna si limita alla credenza in una forza sacra chiamata “sakti” o

“kudrat”, o “barkat”, o “pir”, o “parva”, o “balist”, eccetera? Certamente no! A fianco di questa credenza vi sono altri elementi che insieme contribuiscono a fare una religione: vi sono dèi, simboli, miti, idee morali e teologiche, eccetera. L’autore stesso ce ne parla di quando in quando, ma aggiunge che tutti questi dèi, miti, simboli, eccetera, sono venerati in quanto sono investiti di POTENZA. Questo è certamente vero: ma di quale POTENZA si tratta? E’

certamente lecito credere che la “sakti” o il “barkat” di un dolce o di un frutto zuccherino (20) non abbia lo stesso vigore - né forse la stessa qualità - della POTENZA ottenuta con l’ascesi, con la devozione ai grandi dèi, con la contemplazione mistica.

Per meglio cogliere i dati del problema esaminiamo la vita religiosa di un villaggio europeo.

Troviamo senza dubbio un numero considerevole di credenze nella potenza sacra di certi luoghi, di certi alberi e di certe piante, un grandissimo numero di superstizioni (concernenti il tempo, i numeri, i segni, gli esseri demoniaci, la vita dell’oltretomba, eccetera), una mitologia appena TRAVESTITA sotto la vernice di una agiografia o di una cosmologia metà biblica, 115

Mircea Eliade MITI, SOGNI E MISTERI

metà pagana, eccetera. Si è in diritto di concludere che questa massa di credenze e di superstizioni costituisca DA SOLA la religione di un villaggio europeo? Certamente no.

Infatti a fianco di queste credenze e superstizioni vi sono anche una vita e una coscienza cristiane.



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